@la_samu
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vivere è proprio strano. la vita ti mette a dura prova.
mi ritrovo in una situazione di stallo con il ragazzo di cui mi sono innamorata, dove è più alta la probabilità di avere un cuore spezzato che quella che vada tutto come voglia io.
sto tentando di darmi un valore. mi hanno sempre abbandonato tutti. non sono io che ci ho perso, sono loro che ci hanno perso a perdermi.
perché io avrò tanti difetti, darò anche troppo, ma io vivo le cose con l'anima. do tutta me stessa per quella specifica persona. diventa la mia priorità. ovviamente, senza perdere quella personale.
quella che ti manda avanti.
ricordate che a mandarvi avanti non sono gli altri, che siano dottori, amici o genitori. i protagonisti della vostra vita siete voi. gli altri sono tutti personaggi secondari.
non c'è nemico al di fuori di me, non c'è alleato migliore di me, per me.
ho deciso di fare un viaggetto di un giorno a Milano. Milano come città mi fa altamente cagare, non mi interessa minimamente. ma ho vissuto l'esperienza ad un tale livello di umanità che non posso che stare seduta in questa poltrona del treno più felice che mai.
ho fatto un viaggio di quattro ore, svegliandomi ieri alle quattro del mattino. sono andata in stazione con il monopattino, per puro divertimento.
ho preso per la prima volta la metro e ho visto per la prima volta il duomo. completamente da sola.
mi ha raggiunto poi il motivo per cui sono salita a Milano: la mia più cara amica di Ancona. mi ha chiesto di andare al concerto di avril lavigne e sum41, e non so come mai ma ho accettato.
era il mio primo vero concerto, se escludiamo quello in quinta elementare con mia madre di gianna nannini.
mi ha fatto molto strano vedere tutti ammassati una folla di persone riunite in un unico posto, a spendere fior di soldi neanche per ascoltare e basta, ma per cantare a squarciagola. per condividere un momento. che sia con i cantanti, con i propri cari o che sia con sé stessi.
l'ho vissuta per la mia amica ma soprattutto per me stessa.
anche se ovviamente sono fuggita ad una certa, e ho fatto più che bene.
non mi fa bene vivere troppo troppo le cose. e vedendo le condizioni in cui si è ridotta la mia amica, tra pomiciare uno conosciuto lì per sfogo, gamba dolorante e mal di gola causata dalla troppa polvere, mi va bene così.
ho vissuto il pieno dell'umanità. la folla che urla, che salta, il loro sudore, le loro risate, le loro spintonate in preda all'entusiasmo.
sono tornata all'ostello da sola, col tram. abbastanza vuoto da trovare posto a sedere, abbastanza pieno da non sentirmi totalmente isolata.
per la prima volta ho dormito in dormitorio, con delle tizie totalmente sconosciute, che neanche parlavano italiano. nonostante avessi l'armadietto con il lucchetto, sono riuscita a fidarmi ed ad addormentarmi. anche questa è umanità.
mi sono svegliata alle quattro del mattino senza l'uso della sveglia, anche oggi levataccia. sono andata in stazione a piedi.
non faccio in tempo a sedermi che arriva una tipa un po' inopportuna che, senza badare a convenevoli, mi dice "oh mi compri un biglietto per Genova?". ad averceli i soldi cara mia. e poi a chiedere sigarette, cibo. a volte dono senza problemi, ma dipende dalla circostanza. da come si presentano le cose.
vado poi al binario 19 e incappo in un albanese che mi chiede di eliminare una chat da WhatsApp, perché abituato al Nokia classico fino al mese scorso (sei un grande bro, non sei boomer). chiacchieriamo e mi racconta della sua vita. che guadagna tremila euro al mese lavorando come tecnico notturno in stazione, che si fa tutte le sere la tratta da casa sua (non ricordo se Mantova) a Milano e tutte le mattine il contrario. mi sono trovata a parlare piacevolmente con uno sconosciuto di 53 anni.
perché non fidarsi è importante per sopravvivere, ma abbassare la guardia ogni tanto è essenziale per poter scoprire nuove cose.
gli esseri umani sono interessanti. sono crudeli, cattivi e marci fino al midollo ma sanno anche mostrare quella genuina bontà che ti fa ricredere di tutto.
termina qui, sperando non ci siano imprevisti nel mio viaggio di ritorno, il mio viaggio a Milano. la mia esperienza da essere umano.
penso sia stata la giornata più strana della mia vita. in senso buono.