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I santi di oggi 30 ottobre:
nome San Saturnino di Cagliari- titolo Martire- nascita 23 maggio 285, Cagliari- morte 30 ottobre 304, Cagliari- ricorrenza 30 ottobre-
Santuario principale Basilica di San Saturnino a Cagliari- Attributi Palma del martirio- Patrono di Cagliari- Secondo la tradizione Saturnino fu un cristiano vissuto in Sardegna tra il 285 e il 304 dopo Cristo, martirizzato poco prima dell’Editto di Costantino che liberalizzò il culto della religione cristiana. Sulla base di testi antichi del XII secolo scritti dai monaci vittorini, rinvenuti nella Chiesa di San Saturnino, in piazza San Cosimo di Cagliari nella Passio Sancti Saturnini Martyris Saturnino fu sgozzato alla tenera età di 19 anni e sepolto in una necropoli situata nel luogo in cui poi sorse la basilica. Saturnino fu ucciso per non aver rinnegato il suo credo. Le reliquie autentiche del Santo sono state conservate a Milano, dove furono portate dai Longobardi insieme ai testi originali della sua Passio intorno al 750 dopo Cristo per metterle in salvo dalle incursioni arabe. Le sue reliquie si troverebbero quindi nella Chiesa di San Vittore del Corpo, nel capoluogo lombardo, dove il santo cagliaritano è stato venerato per circa un millennio, fino a circa il 1700. Una statua di San Saturnino si trova anche in una guglia del Duomo di Milano. Oltre alla bellissima basilica cagliaritana, uno degli edifici di culto cristiano più antichi dell’isola, altre Chiese dedicate al martire sono disseminate in tutta l’isola: Ussana, Sinnai, Iglesias, Oristano, Benetutti, Padria e Isili. MARTIROLOGIO ROMANO A Càgliari, in Sardégna, san Saturnino Martire, il quale fu decapitato nella persecuzione di Diocleziàno, sotto il Preside Bàrbaro.
nome San Germano di Capua- titolo Vescovo- nascita V secolo, Capua- <br /> Nominato vescovo 516- morte 30 ottobre 541, Capua- ricorrenza 30 ottobre- Incarichi ricoperti Vescovo di Capua- «Mentre il venerabile padre [san Benedetto] fissava con intensità il suo sguardo su questo fulgore di luce, vide l'anima di Germano, vescovo di Capua, portata dagli angeli in cielo dentro una sfera di fuoco» (san Gregorio Magno, Dialoghi). Il VI secolo è molto importante per lo sviluppo dell'organizzazione della Chiesa in Italia. Si fa strada la distinzione tra la diocesi, presente nelle città, e la pieve, nelle zone rurali. Emergono inoltre alcune figure di vescovi che sono ricordati da san Gregorio Magno come uomini di Dio in grado di svolgere la cura d'anime continuando a tendere alla perfezione cristiana e alla contemplazione. Nato nel V secolo da famiglia agiata, Germano si privò dei suoi beni per darli ai poveri. Condusse poi vita ascetica fino al 516, quando venne eletto vesccvo di Capua. Amato nella sua diocesi, svolse una missione diplomatica particolarmente delicata. Su mandato di papa Ormisda si recò a Costantinopoli per cercare di mettere termine allo scisma iniziato dal patriarca Acacio. Nel tentativo di giungere all'unità con quanti si rifiutavano di accettare il concilio di Calcedonia, il patriarca aveva composto una formula di unione respinta da papa Felice Il e dalle chiese d'Occidente. La trattativa cui partecipò Germano andò a buon fine. L'imperatore Giustino e il patriarca Giovanni sottoscrissero il documento proposto da papa Ormisda e venne superata una divisione che durava ormai da due generazioni. Ritornato nella sua diocesi, il vescovo condusse vita ascetica fino alla morte, avvenuta nel 541. Per gratitudine i fedeli lo seppellirono nella chiesa di Santo Stefano e lo venerarono come santo.<br /> Successivamente l'imperatore Ludovico II nell'866 trasferì parte delle reliquie a Cassino ma furono disperse durante il bombardamento anglo-americano dell'abbazia di Montecassino del 1944. Altre reliquie furono portate da Ludovico nella cripta della chiesa di San Sisto a Piacenza. MARTIROLOGIO ROMANO. A Capua, san Germano, vescovo, di cui scrisse il papa san Gregorio Magno.
nome Sant'Angelo d'Acri- titolo Frate cappuccino- nome di battesimo Lucantonio Falcone- nascita 19 ottobre 1669, Acri (Cosenza)- morte 30 ottobre 1739, Acri (Cosenza)- ricorrenza 30 ottobre- Sant’Angelo d’Acri, nato come Lucantonio Falcone il 19 ottobre 1669 ad Acri, Calabria, fu una figura emblematica della Chiesa cattolica. Figlio di Francesco Falcone e Diana Enrico, entrambi di umili origini, Sant'Angelo venne educato alla vita religiosa dallo zio sacerdote. Dopo vari tentennamenti, si consacrò con i voti alla Chiesa, entrando a far parte dell’Ordine dei Cappuccini. La sua professione religiosa si formalizzò il 12 novembre 1691, in un atto scritto di suo pugno, nelle mani del P. Giovanni d'Orsomarso, maestro dei novizi. Iniziò il suo cammino religioso nel convento dei Cappuccini di Belvedere Marittimo e, dopo studi teologici e umanistici, venne ordinato sacerdote il 10 aprile 1700 nella cattedrale di Cassano all'Ionio, dopo essere stato diacono a Cosenza nel 1694. La sua vocazione si tradusse in una predicazione semplice ma profonda, capace di parlare a tutti. Sant’Angelo si dedicò a diffondere il messaggio di Cristo in gran parte dell’Italia meridionale, predicando in città come Salerno, Napoli e Montecassino, oltre che in molte località calabresi quali Cosenza, Catanzaro, Taranto, Reggio Calabria e Messina. Con un profondo senso di giustizia, si schierò a difesa dei più deboli, denunciando apertamente gli abusi dei potenti e la corruzione diffusa. La sua opera non solo rappresentò un potente richiamo alla fede, ma anche un invito all’integrità e alla giustizia sociale, caratteristiche che ancora oggi lo rendono un modello di rettitudine e carità cristiana. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Acri in Calabria, beato Angelo, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che, percorrendo instancabilmente il regno di Napoli, predicò la parola di Dio con un linguaggio adatto ai semplici.
nome San Marciano di Siracusa- titolo Vescovo e martire- nascita I secolo, Antiochia di Siria- morte I secolo, Siracusa- ricorrenza 30 ottobre- Marziano, considerato il primo vescovo di Siracusa, secondo la tradizione venne mandato da Pietro nel 39 per predicare il vangelo a Siracusa. Questi riuscì a radunare nelle grotte Pelopie di Acradina i primi cristiani. L'improvvisa diffusione della religione cristiana allarmò il senato e i giudei, i quali quest'ultimi preoccupati che molti ebrei si erano convertiti alla nuova religione fecero uccidere il vescovo nel 68 facendolo legare ad una colonna e lapidare. Altre notizie che contrastano con le precedenti riferiscono che Marziano morì martire a Siracusa durante l'impero di Gallieno e Valeriano (253-260), all'età di oltre duecento anni. Alcune reliquie di san Marziano si trovano a Gaeta, dove viene festeggiato come compatrono insieme a sant'Erasmo il 2 giugno. San Marziano è inoltre patrono principale dell'arcidiocesi di Siracusa. MARTIROLOGIO ROMANO. A Siracusa, san Marciano, ritenuto primo vescovo di questa città.
nome San Marcello di Tangeri- titolo Martire venerato a Leon- nascita III secolo- morte 298, Tangeri, Marocco- ricorrenza 30 ottobre- San Marcello fu martirizzato a Tangeri, in Marocco, nel 298, sotto Diocleziano. Centurione della Legione Traiana, durante la festa per il genetliaco dell'imperatore, mentre tutti sacrificavano agli dei, gettò via le armi, le insegne e i gradi e, professandosi cristiano, dichiarò conseguentemente di non poter più rispettare il giuramento militare, ma di obbedire soltanto a Cristo; per questo portò a termine il martirio con la decapitazione. La devozione che, in seguito, aveva fatto di Marcello il patrono principale della città spagnola di Leòn, si sviluppò lontano dai suoi resti mortali che si conservavano a Tangeri, per cui, subito dopo la liberazione di questa città, ad opera del re del Portogallo, León richiese le spoglie del suo martire. Il 29 marzo 1493 i resti di Marcello fecero il loro ingresso in città e vennero collocati nella chiesa a lui dedicata. MARTIROLOGIO ROMANO. A Tangeri in Mauritania, nell’odierno Marocco, passione di san Marcello, centurione, che nella festa dell’imperatore, mentre tutti sacrificavano agli dei, gettò la cintura militare, le armi e la vita stessa davanti alle insegne, professando di essere cristiano e di non poter più obbedire adeguatamente al giuramento militare, ma solo a Gesù Cristo, subendo per questo il martirio per decapitazione.
nome San Gerardo di Potenza- titolo Vescovo- nascita Picenza- morte 30 ottobre 1119, Potenza- ricorrenza 30 ottobre- Nacque a Picenza, discendente da nobile ed illustre famiglia La Porta. Era un uomo di cultura e di solida pietà che dopo aver trascorso la giovinezza in patria, si recò nel sud Italia, come tanti altri nobili spiriti del suo tempo, che cercavano o la solitudine o l'avvicinamento ai punti di partenza dei crociati. Tornato a Potenza, Gerardo vide aprirsi davanti a sé un vasto campo di apostolato, soprattutto tra i giovani. Aprì gratuitamente a tutti i tesori della sua cultura e della sua bontà, cosa che attirò la simpatia di tutto il popolo, così che alla morte del vescovo della città, il clero e il popolo lo scelsero come nuovo parroco. Fu consacrato vescovo ad Acerenza. La dignità raggiunta non cambiò l'austerità della sua vita, né la semplicità dei suoi costumi. Manfred, il suo biografo, descrive così questo periodo della sua vita: "Onorato dalla gloria episcopale, sembrava più umile, mite, più pio, più benigno, più diligente nell'esercizio delle virtù. Era così sobrio che sembrava più un monaco." Il Signore si compiacque di far risplendere la santità del suo servo anche nella vita, con segni miracolosi, come trasformare l'acqua in vino. Solo un anno dopo la sua morte, Papa Callisto II proclama la santità. Le ossa di San Gerardo riposano sotto l'altare a lui dedicato nella Chiesa Madre di Potenza. Patrono di Potenza e dell'arcidiocesi.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Potenza, san Gerardo, vescovo.
nome Beata Benvenuta Boiani- titolo Vergine- nome di battesimo Benvenuta Boiani- nascita 1254, Cividale del Friuli- morte 30 ottobre 1292, Cividale del Friuli- ricorrenza 30 ottobre- Nata nel 1254 a Cividale del Friuli, Benvenuta Boiani era l'ultima delle sette figlie di Corrado e Albertina da Buttinico, una coppia benestante con parenti nobili. Si dice che il nome le sia stato dato dal padre, che pur sperando nella nascita di un figlio maschio, nel momento in cui gli fu riferito che gli era nata un'altra femmina, esclamò: «Sia benvenuta lo stesso!». La devozione di Benvenuta a Maria fu evidente in lei fin dalla più tenera età: ripeteva infatti la formula abbreviata dell'Ave Maria (quella che oggi corrisponde alla prima parte della preghiera) diverse volte durante il giorno. La sua famiglia doveva essere particolarmente religiosa e la sostenne nella preghiera e nella decisione di fare voto perpetuo di castità; entrò nel Terz'ordine domenicano e visse la maggior parte della vita tra le mura paterne. Era più portata a una vita spirituale contemplativa che a una attiva. Si infliggeva dure penitenze, arrivando anche a flagellarsi tre volte in una notte; ancora molto giovane si cinse la vita con una corda così stretta che quando ella crebbe le penetrò nella carne causandole un continuo acuto dolore. Pareva necessaria un'operazione per rimuovere la fune ma si dice che nel momento in cui Benvenuta invocò l'aiuto divino questa sia caduta intatta a terra. Il suo confessore le ordinò di mitigare le austerità e di non praticarne di nuove senza il suo permesso. Per cinque anni soffrì di asma e, divenuta quasi completamente paralizzata, riusciva a fatica a uscire dalla propria stanza; durante questo periodo fu tentata dalla disperazione, soprattutto perché impossibilitata a partecipare alla Messa e a unirsi al canto del Salve Regina dopo compieta. Riacquistò improvvisamente la salute nel giorno della festa dell'Annunciazione, dopo aver fatto voto di visitare la tomba di S. Domenico a Bologna nel caso fosse guarita. Benvenuta ebbe spesso visioni e sperimentò estasi durante la preghiera; fu un modello di gioia e di fede in Dio, fede che tuttavia non le evitò in punto di morte la forte tentazione di disperare. Alla fine morì in pace il 30 ottobre 1292, e fu sepolta nella chiesa di S. Domenico, sebbene ricerche compiute nel XV secolo non sono riuscite a stabilire il luogo esatto della sua sepoltura; la chiesa fu poi demolita nel 1807. Molti miracoli furono presto attribuiti alla sua intercessione e si sviluppò rapidamente un grande culto popolare che fu ufficialmente approvato nel 1765. La sua vita è stata definita «un poema di lode alla Madonna, un inno di luce, purezza e gioia, non solo cantato ma soprattutto vissuto in suo onore». MARTIROLOGIO ROMANO. A Cividale del Friuli, beata Benvenuta Boiani, vergine, suora della Penitenza di San Domenico, che si consacrò totalmente alla preghiera e a una vita di mortificazione.
nome Santi Claudio, Luperco e Vittorico- titolo Martiri di León- ricorrenza 30 ottobre- Nel Martirologio precedente erano presentati come tre fratelli Leonesi, figli del centurione San Marcelo e Santa Nonia; erano soldati e si dichiaravano cristiani, furono martirizzati a León, sotto Diocleziano. L'attuale Martirologio è stato aggiornato secondo la realtà più probabile. I tre giovani subirono il martirio per decapitazione sotto Diocleziano (243-313), le cui persecuzioni furono particolarmente furiose in Spagna. Sul luogo del martirio fu costruita l'Abbazia benedettina di San Claudio, a cui successivamente furono dedicati diversi monasteri benedettini in diverse parti della Spagna. I suoi resti si trovano nella chiesa di San Marcelo de León.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A León in Spagna, santi Claudio, Lupercio e Vittorio, martiri, che subirono la passione in quanto cristiani durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano.
nome Beato Alessio Zaryckyj- titolo Sacerdote e martire- nome di battesimo Oleksa Zaryckyj- nascita 17 ottobre 1912, Bilch, Ucraina- morte 30 ottobre 1963, Dolynska, Kazakistan- ricorrenza 30 ottobre- Nacque a Bilche in Ucraina. Ricevette l'ordinazione sacerdotale nell'arcieparchia di Lviv nel 1936. Fu parroco a Strutyn e Zarvanytsia. Nel 1948 le autorità sovietiche lo arrestarono a Riasna Ruska (Lviv), città in cui si era trasferito durante la seconda guerra mondiale. Fu condannato a 8 anni di esilio a Karaganda (Kazakistan). Fu rilasciato dal carcere nel 1956 grazie a un'amnistia generale. Tornò prima ad Halychyna e poi a Karaganda, con lo scopo di organizzare le comunità cattoliche. Nel 1962 fu nuovamente arrestato e condannato a due anni di prigione. Aveva 51 anni quando morì nell'ospedale del campo di concentramento di Dolinka. MARTIROLOGIO ROMANO. Nella cittadina di Dolinka vicino a Karaganda nel Kazakistan, beato Alessio Zaryckyj, sacerdote e martire, che, deportato sotto un regime ostile a Dio in un campo di prigionia, nel combattimento per la fede conquistò la vita eterna.
nome San Serapione di Antiochia- titolo Vescovo- nascita II secolo, Antiochia, Turchia- morte III secolo, Antiochia, Turchia- ricorrenza 30 ottobre- Serapione divenne vescovo di Antiochia nel 199; un racconto lo vuole consacrato da papa Zefirino ma, siccome le date non coincidono, questo fatto oggi è considerato improbabile. Eusebio (ca. 275-340) menziona Serapione diverse volte nella sua Storia Ecclesiastica, facendo riferimento alla sua attività letteraria; egli riporta l'estratto di una tra le lettere che scrisse contro il montanismo, movimento apocalittico del II secolo che predicava l'imminente venuta del Paraclito e della Gerusalemme celeste. Serapione scrisse anche un'opera contro un certo Donnino, divenuto apostata sotto la persecuzione. Purtroppo però della maggior parte dei suoi scritti non ci sono pervenuti che alcuni frammenti.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di san Serapione, vescovo di Antiochia, che, rinomato per erudizione e dottrina, lasciò non minore fama di santità.
nome Beato Terenzio O'Brien- titolo Vescovo e martire- nome di battesimo Terence Albert O'Brien- nascita 1601, Irlanda- morte 1647, Irlanda- ricorrenza 30 ottobre- Terenzio Alberto O'Brien in Irlanda nel 1601. Discendente della dinastia regale irlandese, ancora giovanissimo Terenzio si convertì alla vita religiosa ed entrò nell'ordine dei Frati predicatori di San Domenico. Compiuti gli studi a Toledo, nel 1627 fu ordinato sacerdote. Ritornato in patria, svolse un'intensa attività di predicatore, prima di essere nominato vescovo di Ely. Nell'ambito delle persecuzioni contro la Chiesa Cattolica che insanguinarono l'Inghilterra del sec. XVII, durante l'assedio della città da parte dell'eretico Ludovico Hirton, Terenzio restò fermo nel rivendicare i suoi diritti e nell'esortare il popolo alla fedeltà: dopo aver rifiutato una grossa somma di denaro perché rinunciasse alla sua carica e abbandonasse la città, fu ucciso insieme al confratello Pietro Higgins nel 1647. È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 27 settembre 1992.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Limerick in Irlanda, passione del beato Terenzio Alberto O’Brien, vescovo e martire, che, membro dell’Ordine dei Predicatori, posto a capo della Chiesa di Emly, si adoperò intensamente per l’assistenza agli appestati, ma arrestato dai soldati sotto il governo di Oliviero Cromwell, fu condotto al patibolo in odio al sacerdozio e alla fede cattolica.
nome Beato Giovanni Slade- titolo Martire- nascita Manston, Inghilterra- morte 30 ottobre 1583, Winchester, Inghilterra- ricorrenza 30 ottobre- Nacque a Manston in Inghilterra, da una famiglia cattolica. Studiò al New College di Oxford e poi andò a Douai per studiare legge e, al suo ritorno in Inghilterra, divenne insegnante di scuola a Winchester. Scoperto il suo cattolicesimo, fu arrestato nel 1582 e processato a Winchester, con il suo amico beato Juan Bodey. Fu condannato a morte nel 1583, e processato ad Andover, dove fu nuovamente condannato per aver affermato la supremazia religiosa del Papa e aver negato quella della Regina. Fu impiccato e squartato a Winchester dopo aver affermato che stava morendo per la fede secolare dell'Inghilterra.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Winchester in Inghilterra, beato Giovanni Slade, martire, che fu appeso al patibolo e crudelmente sventrato per aver ricusato il potere della regina Elisabetta I in materia spirituale.