@Pali

24/07/2024 alle 18:38

Un anno dopo

Un anno dopo

Esattamente un anno fa, un nubifragio molto violento ha devastato il Parco di Monza e i giardini reali. Il vento, che ha raggiunto oltre 100 chilometri orari, ha danneggiato gravemente l'intero ecosistema del parco: 18 mila alberi abbattuti nell'area dei giardini reali, di cui 50 di pregio e 150 quelli caduti nel bellissimo viale dei Tigli. Oltre 100 mila alberi abbattuti nell'area gestita dalla SIAS, comprese le aeree dell'autodromo e del golf club. La storica sequoia simbolo del parco, che diede inizio alla sua realizzazione, dopo 240 anni di vita non c'è più. I danni dopo questo tremendo nubifragio sono stati stimati a 22 milioni, cifra del tutto irrilevante di fronte ai danni inestimabili che ha subito l'estetica del parco.

Il parco di Monza per me è il rifugio dal caos quotidiano, mi permette di rilassarmi, di ricaricarmi completamente dopo le impegnative lezioni in università. Avere nella propria città 732 ettari di aria pura, lontana dal traffico cittadino, e qualcosa di unico, inoltre ne sono molto legata sin da quando ero piccola. Servirà un lavoro lungo decenni e una pianificazione pluriennale per ripopolare il parco di tutti gli alberi persi e tutte le parti coinvolte, tra cui l'ente del parco, il Comune di Monza e l'automobil club d'Italia, si sono impegnati a ripopolare il patrimonio floristico.

Ancora oggi c'è chi continua a negare il cambiamento climatico, sappiate che MAI, in oltre 2 secoli di storia del nostro parco sono scomparse in poche ore intere aree boschive. Se vi ricordate un inverno in cui eravate in maniche corte, non significa che il cambiamnto climatico non esiste.

Di tutto ciò rimane la consapevolezza che non vedrò mai più il parco come l'ho conosciuto, e per me è un dolore immenso. Pensate che un solo acero riccio del parco è in grado di assorbire fino a 3800 chili di CO2 in vent’anni e ha un’ottima capacità complessiva di mitigazione dello smog. Con 3100 chili di CO2 aspirate dall’aria, ci sono poi la betulla verrucosa e il Cerro. Catturano fino a 2,8 tonnellate di CO2 in un ventennio il ginkgo, il tiglio nostrano, il bagolaro, il tiglio selvatico, l’olmo comune e il frassino comune. L’ontano nero, con 2,6 tonnellate e quello che assorbe meno CO2.

Invito dunque tutti quelli che vogliono visitare o che un giorno visiteranno il Parco di Monza, specialmente in occasione di concerti, attività sportive o gare automobilistiche, a rispettare questo prezioso patrimonio, un ecosistema di tutti noi. Dopotutto abbiamo un solo pianeta in cui vivere e sin dalle origini, respiriamo la stessa aria e beviamo la stessa acqua. Niente alberi, niente ossigeno; niente ossigeno, niente vita.

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