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Diocesi di Rieti
Diocesi di Rieti- Dioecesis Reatina- Chiesa latina- Regione ecclesiastica Lazio- Vescovo Vito Piccinonna- Presbiteri 89, di cui 63 secolari e 26 regolari (1.006 battezzati per presbitero)- Religiosi 29 uomini, 134 donne- Diaconi 16 permanenti- Abitanti 94.700- Battezzati 89.600 (94,6% del totale)- Stato Italia- Superficie 1.818 km²- Parrocchie 94- Erezione V secolo- Rito romano- Cattedrale Santa Maria Assunta- Santi patroni Santa Barbara, San Felice da Cantalice. La diocesi di Rieti (in latino: Dioecesis Reatina) è una sede della Chiesa cattolica in Italia immediatamente soggetta alla Santa Sede appartenente alla regione ecclesiastica Lazio. Nel 2022 contava 89.600 battezzati su 94.700 abitanti. È retta dal vescovo Vito Piccinonna. Secondo la tradizione, il processo di cristianizzazione del territorio reatino fu avviato da san Prosdocimo nel I secolo. Tuttavia la diffusione e l'affermazione del cristianesimo nel reatino è datata al II/III secolo. La diocesi è documentata per la prima volta a partire dalla fine del V secolo con il vescovo Orso, che prese parte a Roma ai tre concili celebrati nei primi anni di pontificato di papa Simmaco nel 499, nel 501 e nel 502. La diocesi comprende 41 comuni della provincia di Rieti: Accumoli, Amatrice, Antrodoco, Ascrea, Belmonte in Sabina, Borbona, Borgo Velino, Borgorose, Cantalice, Castel di Tora, Castel Sant'Angelo, Cittaducale, Cittareale, Collalto Sabino, Colle di Tora, Collegiove, Colli sul Velino, Concerviano, Contigliano, Fiamignano, Greccio, Labro, Leonessa, Longone Sabino, Marcetelli, Micigliano, Monte San Giovanni in Sabina, Monteleone Sabino (eccetto la frazione di Ginestra Sabina che appartiene alla sede suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto), Morro Reatino, Nespolo, Paganico, Pescorocchiano, Petrella Salto, Poggio Bustone, Posta, Pozzaglia Sabina (la sola frazione Pietraforte, appartenendo il capoluogo alla diocesi di Tivoli), Rieti, Rivodutri, Rocca Sinibalda, Torricella in Sabina (limitatamente alle frazioni Ornaro Alto, Ornaro Basso e Oliveto Sabino, poiché il capoluogo appartiene alla sede suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto) e Varco Sabino. Sede vescovile è la città di Rieti, dove si trovano la cattedrale di Santa Maria Assunta e la basilica minore di Sant'Agostino. A Cittaducale sorge l'ex cattedrale di Santa Maria del Popolo. Il territorio si estende su 1.818 km² ed è suddiviso in 94 parrocchie, raggruppate in 5 zone pastorali: Monti della Laga, Alta e Bassa Valle del Velino, Altopiano Leonessano; Cicolano - Valle del Salto; Rieti (città e dintorni); Montepiano Reatino; Alta Sabina - Colli Turanensi.
La cattedrale di Santa Maria Assunta è il luogo di culto cattolico più importante di Rieti, duomo della città e chiesa madre della diocesi omonima. È decorata del titolo di basilica minore ed è annoverata tra i monumenti nazionali. La prima costruzione risale al VI secolo, modificata e parzialmente ricostruita nel XII secolo. Rieti fu spesso eletta sede papale, soprattutto nel corso del XIII secolo, e per questo la Cattedrale di Santa Maria Assunta vide diversi Papi dir messa tra le sue mura. L’esterno della Chiesa è in stile romanico e contrasta fortemente con quello interno, barocco, frutto delle contaminazioni e delle modifiche successive alla costruzione. Religione cattolica di rito romano- Titolare Maria Vergine Assunta- Diocesi Rieti- Consacrazione Basilica inferiore (cripta): 1º settembre 1157, Basilica superiore: 9 settembre 1225- Stile architettonico romanico (esterno e cripta), barocco (interno)- Inizio costruzione 1109- Completamento XIII secolo.
Vito Piccinonna- vescovo della Chiesa cattolica- Titolo Rieti- Incarichi attuali Vescovo di Rieti (dal 2022)- Nato<br /> 1º giugno 1977 (47 anni) a Bitonto- Ordinato diacono 14 settembre 2001 dall'arcivescovo Francesco Cacucci- Ordinato presbitero 3 settembre 2002 dall'arcivescovo Francesco Cacucci- Nominato vescovo 18 novembre 2022 da papa Francesco- Consacrato vescovo 21 gennaio 2023 dall'arcivescovo Giuseppe Satriano- Lo scudo è di colore azzurro con un chiaro riferimento al cielo e quindi al mistero di Dio. Al centro dello scudo spicca l’albero dell’ulivo che, oltre ad essere un richiamo alla terra natìa del Vescovo, allo stesso tempo si carica di particolari riferimenti biblici. Esso esprime la fiducia del credente che “come olivo verdeggiante” confida nella fedeltà di Dio (cf Sal 52,10). Il frutto dell’ulivo inoltre, con il suo riferimento all’unzione è un chiaro riferimento alla grazia dei sacramenti, in particolare all’unzione che rende i battezzati re, sacerdoti e profeti. Un prefazio della liturgia, attingendo all’icona biblica del buon samaritano (cf Lc 10, 25-37) fa riferimento all’olio versato sulle ferite per dare sollievo e consolazione (Prefazio comune VIII). Infine non dobbiamo dimenticare che l’ulivo è anche simbolo di pace. Nel racconto del diluvio leggiamo infatti che una colomba tornò da Noè avendo “nel becco una tenera foglia di ulivo” a testimonianza della pace raggiunta tra cielo e terra (cf. Gn 8,11). Piantato nella terra verde, sotto la quale scorre il fiume di colore azzurro, l’immagine dell’ulivo richiama la fecondità della vita del credente che “come albero piantato lungo corsi d’acqua” porta frutto a suo tempo (cf Sal 1,3). La presenza del fiume che scorre sinuosamente sotto l’albero è un chiaro riferimento al sacramento fontale del Battesimo, oltre ad essere un esplicito riferimento alla terra reatina, ricca di acque e nella quale il Vescovo è inviato come Pastore. Al di sopra dell’albero, nell’azzurro del cielo tre stelle e la luna. Mentre le tre stelle ricordano le tre virtù teologali, secondo l’insegnamento di san Paolo (cf. 1Cor 13,13), la luna è immagine della Chiesa. Sant’Ambrogio spiega che “la luna è la Chiesa che ha diffuso la sua luce in tutto il mondo… La Chiesa rifulge non della propria luce, ma di quella di Cristo. Trae il suo splendore dal Sole di giustizia” (Heaxaemeron, IV, 8,32). Riprendendo gli insegnamenti di sant’Ambrogio, la Lumen gentium afferma che “la Madre di Dio è figura della Chiesa” (LG 63), pertanto la luna è certamente anche simbolo della Vergine Maria, rivestita di sole, cioè dallo splendore del Figlio. Infine, il motto “Gaudium et spes” scelto dal Vescovo propone le parole che aprono la Costituzione del Concilio Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo: “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo” (GS 1). Il riferimento a questo prezioso documento della Chiesa e alla sua esperienza esprime il desiderio e la responsabilità che il Vescovo si impegna a vivere nella sua missione a servizio del popolo che Dio affida alle sue cure.