@Flander
Oggi mio padre è entrato in “camera”

Non sto a spiegare perché camera è tra virgolette, ci sono dei motivi quindi non dite “ah ma non dovrebbe entrare in camera tua e basta, senza bussare o altro” o cose così, non mi va di spiegare. In queste ultime settimane non ho nemmeno la voglia o la forza di alzarmi dal letto, figuriamoci di mettermi a spiegare cose nei commenti, sto shout probabilmente è la cosa più discorsiva e invogliata che abbia fatto nelle ultime settimane in generale, non solo qui su insegreto.
Vabbè, era lì mentre giocavo a Elden Ring e ha iniziato a farmi qualche domanda, niente di che, cose tipo come si chiama il gioco, se è online, cosa bisogna fare e cose così, e poi se ne é andato. È stato strano. Per qualche minuto ho smesso di giocare dopo che se ne é andato, mi ha fatto riflettere. Da uomo a uomo, l’ho capito cos’era quello. Era il suo tentativo di dimostrare affetto e interesse, di avvicinarsi, di legare. Ma ormai ho 22 anni, e il problema non è che ho questa età ma che questo affetto e questo interesse, tu e la mamma dovevate mostrarlo quando ero bambino. Dovevate mostrarmi che era normale, che era giusto, che andava ricevuto e dato, ma non l’avete fatto. Non posso dire che sul piano materiale mi sia mancato molto, diamo a Cesare quel che è di Cesare, ma sul piano emotivo è un’altra storia. Perciò non stupitevi se quando cercate di abbracciarmi mi scanso o se io di mio non vi abbraccio, non vi do un bacio, non vi dico un “ti voglio bene”, semplicemente non ne sono capace. Non stupitevi se i vostri tentativi di dimostrarmi affetto, ora, mi mettono a disagio. E per le stesse ragioni, non sono capace di esprimere queste cose nemmeno a mia sorella, una bambina di 11 anni, e se fatico persino con i miei amici, alcuni dei quali conosco dalla 1 elementare.
Questa cosa mi porta a chiedermi quante delle persone qui saranno dei bravi genitori. Quanti ad una sculacciata preferiranno le parole. Quanti passeranno ogni giorno del tempo con i propri figli, a leggere, disegnare, giocare, far sperimentare loro cose nuove a affascinanti che stimolino la loro curiosità e la loro creatività ecc. Quanti di voi, di fronte ad una sclerata, si ricorderanno di essere stati negli stessi panni, bambini, ed aver sclerato perché vi sentivate allo stesso modo, e quindi sapranno comportarsi meglio e gestire meglio la situazione. Mi chiedo quanti di voi si troveranno in una situazione “lavoro, torno a casa stanco, mangio, bevo un goccio e mi metto in divano al telefono/tv e poi nanna”, dicendo “si, si, arrivo” di fronte al “dai papà/mamma, giochiamo” e poi non andrete mai, o giocherete per 10 minuti prima di dire “basta, sono stanco/a, gioca sa solo/a”. Mi chiedo quanti di voi capiranno il vero bisogno di un bambino, ovvero la presenza. Nulla di più, nulla di meno. La presenza si un genitore con cui giocare, confidarsi, da cui imparare e da cui sentirsi protetti e soprattutto amati. Forse prima di chiedervi se volete un figlio, dovreste chiedervi “sarei un bravo genitore?”