@Pali
1983: LIV Gran Premio d'Italia - La strana vittoria e il mistero dell'aglio
- Data: 11/09/1983 ☀️
- Circuito: Monza
- Percorso: 5,8 chilometri
- Distanza: 52 giri, 301,6 chilometri
- Pole position: 🇮🇹 Riccardo Patrese (Brabham)
- Giro Veloce: 🇧🇷 Nelson Piquet (Brabham) in 1'34"431
- Vincitore: 🇧🇷 Nelson Piquet (Brabham)
- Vettura: 🇬🇧 Brabham BT52B
Alla vigilia del GP d’Italia 1983 sul circuito brianzolo aleggia una domanda che crea ansia nel circus della F1: la scuderia Ferrari riuscirà a prendere parte alla gara?
Proprio nei giorni antecedenti l’importante competizione, il consiglio di fabbrica di Maranello aveva indetto uno sciopero per protestare sulla mancata firma del contratto dei metalmeccanici. Organizzatori e pubblico vivono con ansia crescente il periodo antecedente la firma: senza il cavallino l’interesse per l’evento sarebbe a dir poco precipitato!
Finalmente si giunge ad un accordo ed in un attimo la Ferrari è in pista già dalle prime prove, supportata dal suo pubblico, accorso numeroso! Emozionante!
La Ferrari, subito protagonista, si rende conto che sul circuito brianzolo il vero avversario è la Brabham Bmw: sia Piquet che Patrese si portano in testa alla graduatoria dei tempi staccando le Ferrari di 6 decimi!
Un piccolo mistero avvolge le prove…
Gli spettatori presenti alla prima chicane e all’Ascari sentono uno strano odore quando passano le Brabham e scalano di marcia, simile ad aglio, ma nessuno riesce a capirne l’origine… Ai box troviamo Arnoux che si lamenta con Forghieri non riuscendo razionalmente a capire perché Piquet sia riuscito a superarlo in rettilineo con così tanta facilità.
Il tecnico, forte della sua esperienza, intuisce subito cosa possa essere successo… Per confermare i suoi sospetti, cerca di avvicinarsi al box Brabham…ed è così che i sospetti si trasformano in realtà…
Man mano che si avvicina ai garage inglesi, l’odore di aglio è sempre più insistente… Nella testa dell’Ingegnere italiano cominciano a nascere dei sospetti sul carburante utilizzato dalla Brabham e sulla sua legalità.
Al sabato sono sempre le Brabham a dominare, ma a sorpresa fu Patrese a conquistare la pole: la prima di un italiano dal 1953!
Le rosse si difesero, ma nulla poterono contro la Brabham numero 6.
Arnoux e Tambay chiusero al secondo ed al terzo posto, solo quarto Piquet.
Peraltro, se il brasiliano non avesse rotto il motore le macchine italiane non sarebbero andate oltre una onorevole seconda fila.
Mentre Patrese festeggia, Ecclestone mastica amaro. L’italiano, esaltato dalla pole, non ne vuole sapere di favorire Piquet ed emozionato parla di vittoria.
Il rapporto tra Patrese e Monza è sempre stato interlocutorio. Il punto di minimo lo aveva toccato nel 1978 quando si era sentito accusare di aver provocato l’incidente che costò la vita a Peterson. La vicenda andò avanti per un lungo periodo e, solo qualche anno dopo, il processo riuscì a dimostrare la completa estraneità del pilota, lasciando nell’animo del padovano una voglia di riscatto che finalmente sembrava aver trovato soddisfazione nella pole conquistata quell’anno!
Al verde, l’italiano prende la testa, davanti a Piquet. La domanda è: il pilota brasiliano è stato lesto a scattare o ha approfittato di una benzina dopata?
Alla prima curva le due Brabham sono decisamente davanti alle Ferrari che sembrano faticare in avvio di gara.
Piquet si mette in scia a Patrese, che accelera, garantendosi la distanza di sicurezza dal compagno. Dietro, le Ferrari si consumano in una schermaglia tutta in famiglia che irrita, non poco, il pubblico che vorrebbe vedere le rosse lottare per la vittoria, non per disputarsi il gradino più basso del podio!
Arnoux passa Tambay, la Ferrari numero 27 alterna giri veloci a giri sottotono. Patrick è consapevole che quella del 1983 sarà l’ultima stagione col cavallino ed il timore di tornare nell’anonimato lo turba ed è padrone del suo animo.
Mentre Tambay è in lotta con i suoi fantasmi, una nuvola di fumo rapisce l’attenzione del pubblico: Patrese, saldamente in prima posizione, deve abbandonare per rottura del motore che, evidentemente, stava tifando per il compagno di squadra Piquet!
Il brasiliano eredita il comando della gara ed attacca subito, abbassando i tempi.
La macchina n. 5 diventa velocissima ed imprendibile per chiunque!
Al quarto posto uno sconsolato Tambay deve fare i conti oltre che con il suo stato d’animo, anche con il proprio motore che pare avere il vapour look con i tipici sintomi dell’”asma”!
Arriva ad andare dritto alla prima chicane, per fortuna senza danni….
La girandola dei pit stop non comporta nessuna variazione: Piquet comanda saldamente la corsa.
Dai box gli hanno segnalato di ridurre il ritmo, la Ferrari di Arnoux e la Renault di Cheever, in lotta tra di loro, sono a distanza di sicurezza.
Il duello per il secondo posto è avvincente.
Ad avere la meglio la Ferrari che può contare su un maggiore spunto, ma anche su una défaillance meccanica della Renault che, rompendo la quarta marcia, non riesce più ad essere minacciosa.
Piquet, oramai in prossimità del traguardo rallenta, Arnoux riesce ad avvicinarsi, ma senza rappresentare una vera minaccia.
Con questa vittoria Piquet torna prepotentemente in corsa per il titolo, nonostante una macchina che, come si scoprirà, utilizza una benzina irregolare…
A fine stagione Ferrari, forte del titolo costruttori conquistato, non sporgerà reclamo contro la macchina inglese.
🇬🇧 Brabham BT52B - Progettista: Gordon Murray; Telaio: monoscocca in alluminio/fibra di carbonio; Motore: BMW M12/13 1.5 L4T; Potenza: 740 CV (800 CV in qualifica); Trasmissione: Hewland FGA 400 a 5 rapporti; trazione: posteriore; Lunghezza: - mm; Larghezza: - mm; Passo: 2.860 mm; Peso: 540 kg; Gomme: Michelin; Carburante: Castrol; Risultato: 01 h 23'10".880