@Vitupero
I santi di oggi 9 ottobre:
nome Sant'Abramo- titolo Patriarca d'Israele- nascita Ur dei Caldei- morte Canaan- ricorrenza 9 ottobre- Santuario principale Tomba dei Patriarchi, Hebron- Abramo fu il padre dei viventi. Noè, il padre degli scampati. Abramo, il padre dei credenti, pecrhé ebbe fede, credette nelle promesse del Signore e rispose sempre di sì, facendo la volontà di Dio senza incertezze e senza riluttanza. Viveva in una grande e ricca città della Caldea, dove i palazzi si coronavano di giardini e dove i templi toccavano il cielo coi loro fastigi, non ad adorare però il vero Dio, ma, idolatricamente; il sole e la luna. Una notte, mentre dormiva sul suo comodo letto, nel suo splen-dido palazzo, Dio lo chiamò a voce, cioè lo « vocò ». « Abramo, esci dalla tua terra, abbandona la tua patria, la tua città, la tua casa. Rinunzia alla tua vita. Io ti farò capo di un popolo grande e il tuo nome sarà benedetto da tutte le nazioni ». Abramo seguì la vocazione. Rispose: « Eccomi ». Lasciò la sua ricca casa, la sua bella città, la sua comoda vita, per obbedire al Signore. Divenne pastore; visse sotto la tenda, nella nuova terra, assegnatagli da Dio e che si chiamava Canaan. Nella nuova vita di nomade, cioè di pastore sotto la guida paterna di Dio, l'aveva seguito la moglie Sara, fedele ed intrepida, saggia cd austera, ma sterile, e quindi ombrata dall'alta malinconia di non essere madre. Da 40 anni Abramo si era fatto pastore e già toccava i cento anni. Sara ne aveva 80. Il fiore della speranza era ormai caduto nell'anima dei due vecchi coniugi. Ma una notte Abramo si sentì chiamare fuori della tenda. Era una serena notte stellata. Il Signore gli disse: « Abramo, guarda il cielo. La tua discendenza sarà più numerosa e più fulgida di tutte le stelle che vedi nel cielo ». E Abramo attese, fidente. Un giorno d'estate si presentarono alla sua tenda tre giovani biancovestiti. Abramo li accolse benignamente e disse a Sara di preparare tre pani di fior di farina e di cuocere il vitello più tenero. E mentre mangiavano, i giovani chiesero di Sara. « E qui sotto la tenda », rispose Abramo. « L'anno venturo — dissero gli ospiti — essa ti darà un figlio ». Sara, sotto la tenda, ascoltava i discorsi. E a queste parole rise. L'anno dopo ebbe un figlio, chiamato Isacco, che voleva dire « riso ». E venne dopo alcuni anni il giorno della prova. Isacco era cresciuto florido e ridente. Ma una notte, Abramo udì ancora la voce del Signore, che gli ordinava la cosa più atroce che si potesse immaginare. « Prendi il tuo Isacco e vai sul monte che ti indicherò. Ucciderai il figlio in sacrificio ». Anche questa volta Abramo obbedì. Prese il bambino, il coltello del sacrificio, la legna per il fuoco. Giunto sul monte drizzò l'altare, vi pose sopra il proprio figlio, il « riso » suo e della sua Sara, pronto al sacrificio che gli strappava l'anima. Ma quando aveva già alzato il coltello, la voce di Dio lo chiamò ancora: « Abramo, Abramo ». « Eccomi, Signore! ». « Sciogli il fanciullo e sacrifica il capro che ti è accanto. Ora ho conosciuto davvero che temi il tuo Dio e che gli sei fedele fino al sommo sacrificio ». Allora, sul viso rugoso di Abramo si sciolse il pianto della consolazione. Rideva e piangeva, mentre nell'aria risuonavano le parole della benedizione di Dio: « Io ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo, come la rena che è sul lido del mare. E nel tuo nome saranno benedette tutte le nazioni della terra ».
Adamo era stato il padre di tutti gli uomini, di coloro che vivono e muoiono, che si salvano e ché si perdono. Ma Abramo è il padre di tutti coloro che si salvano, il padre degli eletti, il padre di coloro che ascoltando e seguendo la vocazione divina, credono in Dio e nelle sue promesse. E Sara, sua moglie, è chiamata da Isaia la madre del popolo eletto, mentre San Paolo la indica come il simbolo della libertà cristiana, in contrapposizione ad Agar, la schiava che aveva dato ad Abramo un figlio, prima di Isacco, e che è il simbolo della schiavitù. Quello della schiava Agar e di suo figlio Ismaele è uno degli episodi più penosi della Bibbia, ma va interpretato nel senso allegorico, cioè nel senso che Ismaele rappresenta il figlio della schiava e Isacco invece è il figlio della donna libera, dalla quale discende il popolo eletto, libero e pronto perché guidato soltanto da Dio, che è sempre padre amoroso e mai odioso tiranno. MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di sant’Abramo, patriarca e padre di tutti i credenti, che, chiamato da Dio, uscì dalla sua terra, Ur dei Caldei, e si mise in cammino per la terra promessa da Dio a lui e alla sua discendenza. Manifestò, poi, tutta la sua fede in Dio, quando, sperando contro ogni speranza, non si rifiutò di offrire in sacrificio il suo figlio unigenito Isacco, che il Signore aveva donato a lui già vecchio e da una moglie sterile.
nome San Dionigi e compagni- titolo Vescovo e consacrati martiri- nascita III sec., Italia- morte tra il 250 e il 285, Montmartre- ricorrenza 9 ottobre- Santuario principale Basilica di Saint-Denis- Attributi Cefaloforo- Patrono di Parigi- S. Dionisio, vescovo di Parigi, fu uno di quegli uomini apostolici, i quali colla loro predicazione portarono il lume della fede nelle Gallie. Predicò da principio il Vangelo in più luoghi e città di quel regno. Prese in sua compagnia e per suoi coadiutori nel ministero della parola un santo prete per nome Rustico e S. Eleuterio diacono. Con essi si avanzò sino alla città di Parigi, 'e quivi fissò la sua dimora. Molto ebbe ad affaticarsi il santo Vescovo per la coltura di quella vigna affatto incolta, e feconda soltanto di triboli e di spine. Confortato però ed assistito dalla divina grazia, cominciò ad annunziare a quei miseri idolatri le verità di nostra santa Religione, ed essendosi degnato il Signore di confermare la predicazione del suo servo col dono de' miracoli, molti ne ridusse alla cognizione e al culto del vero Dio, onde, cresciuto il numero de' fedeli, edificò una chiesa nella quale si radunavano a lodare Iddio, e a celebrare i divini misteri. Gravemente da ciò irritati gl'idolatri, fecero arrestare Dionigi con i due suoi discepoli, ed avendoli dapprima sottoposti a vari tormenti, in ultimo posero termine al loro glorioso combattimento col farli decapitare. Si narra che Dionigi avrebbe portato la propria testa, dopo la decapitazione avvenuta nell'Île de la Cité, da Montmartre (che vuol dire appunto "Monte del martirio") a Saint Denis, per una via che fu poi detta Rue des Martyrs, consegnandola infine ad una nobile romana, Catulla, la cui famiglia era proprietaria di quel territorio. PRATICA. Non potrete far cosa più grata a san Dionigi ed a' suoi compagni Martiri, per ottenere la loro protezione in questo mese, che ad esempio di essi attendendo alla conversione di quelle anime, le quali hanno soltanto una fede morta. PREGHIERA. Oh, quanto l'uomo amasti, o Gesù mio! Fa che lo stesso amor abbia ancor io. MARTIROLOGIO ROMANO. Santi Dionigi, vescovo, e compagni, martiri: si tramanda che san Dionigi sia giunto in Francia inviato dal Romano Pontefice e, divenuto primo vescovo di Parigi, morì martire nelle vicinanze di questa città insieme al sacerdote Rustico e al diacono Eleuterio.
nome San Giovanni Leonardi- titolo Sacerdote e fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio- nome di battesimo Giovanni Leonardi- nascita 1541, Diecimo- morte 9 ottobre 1609, Roma- ricorrenza 9 ottobre- Beatificazione 10 novembre 1861 da papa Pio IX- Canonizzazione 17 aprile 1938 da papa Pio XI- Santuario principale Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli- Patrono di farmacisti- San Giovanni Leonardi nacque nel 1541 a Diecimo, frazione a dieci miglia da Lucca ed oggi nel territorio di Borgo a Mozzano, da una famiglia di modesti proprietari terrieri. Dal 1567, recatosi nel capoluogo per diventare farmacista, frequentò i "Colombina', un'associazione di giovani laici retta dai padri domenicani e caratterizzata da un radicalismo di stampo savonaroliano. Qui il Leonardi maturò la scelta di lasciare la bottega di speziale per dedicarsi agli studi teologici, e nel 1572 venne ordinato sacerdote. Mosso da una particolare passione per l'insegnamento religioso secondo i dettami del Concino di Trento, Giovanni Leonardi fondò prima la "Compagnia della dottrina cristiana" e quindi, nel 1574, la famiglia religiosa detta successivamente dei "Chierici Regolari della Madre di Dio". Partecipò da protagonista alla riforma cattolica, inimicandosi tanto gli ambienti filoprotestanti quanto il clero più conservatore. Giovanni venne quindi bandito dalla Repubblica, ma nel frattempo Clemente VIII lo chiama a Roma per riordinare congregazioni religiose, riformare monasteri e per dirimere controversie. Nel 1601 il Leonardi ricevette il santuario romano di Santa Maria in Portico. Nel 1603, insieme a Mons. Giovanni Battista Vivés, promosse il Collegio di Propaganda Fide. Sono le prime fondamenta dell'istituzione costituita definitivamente nel 1627 da Papa Urbano VIII. Morì a Roma il 9 ottobre 1609. Le sue spoglie riposano nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli. Nel 1756 venne riconosciuta l'eroicità della sua virtù; fu beatificato il 10 novembre 1861, mentre il 17 aprile 1938 Pio XI ne proclama la santità. L'8 agosto 2006 Benedetto XVI l'ha dichiarato Patrono dei farmacisti, mentre la Chiesa e l'Ordine si preparano a celebrare il IV centenario della sua nascita al cielo. MARTIROLOGIO ROMANO. San Giovanni Leonardi, sacerdote, che a Lucca abbandonò la professione di farmacista da lui esercitata, per diventare sacerdote. Fondò, quindi, l'Ordine dei Chierici regolari, poi detto della Madre di Dio, per l'insegnamento della dottrina cristiana ai fanciulli, il rinnovamento della vita apostolica del clero e la diffusione della fede cristiana in tutto il mondo, e per esso dovette affrontare molte tribolazioni. Pose a Roma le fondamenta del Collegio di Propaganda Fide e morì in pace in questa città, sfinito dal peso delle sue fatiche.
nome San Donnino di Fidenza- titolo Martire- nascita III secolo- morte 296, Fidenza- ricorrenza 9 ottobre- Santuario principale Cattedrale di Fidenza- Attributi Abito militare, palma, cefaloforo- Patrono di Diocesi di Fidenza, Fidenza, Castelfranco Emilia, Montecchio Emilia, Dernice, pellegrini, contro il morso di vipere e cani idrofobi- San Donnino era un ufficiale dell'imperatore Massimiano. Al seguito dell'imperatore San Donnino aveva combattuto per diversi anni in vari fronti del continente europeo, soprattutto sul Reno e sul Danubio contro le popolazioni germaniche che tentavano di introdursi nell'impero per saccheggiarne le ricche città. Nel corso delle sue campagne militari, San Donnino conobbe alcuni cristiani ma invece di ucciderli secondo gli ordini decise di proteggerli, prima mantenendo il silenzio e in seguito avvicinandosi alla loro fede. San Donnino conobbe anche altri camerate cristiane, che gli predicarono la vera Fede e lo introdussero ai sacramenti. San Donnino venne così battezzato suscitando subito la reazione di alcuni compagni d'armi, probabilmente invidiosi delle decorazioni che questi aveva conquistato per il suo grande valore in battaglia. San Donnino venne interrogato dai suoi superiori per verificare la sua fede cristiana. Nonostante il suo comandante gli avesse suggerito di mentire per concludere l'inchiesta senza conseguenze, San Donnino proclamò la sua fede cristiana e lasciò l'accampamento. Il comandante della legione ordinò la cattura di Donnino che venne bloccato dai suoi antichi compagni d'arme sulle rive del fiume Stirone (un affluente del Taro), nei pressi di Fidenza. Vistosi impossibilitato a guadare il corso d'acqua, San Donnino si dispose a consegnarsi e venne così decapitato con un solo fendente. Il corpo del santo venne sepolto nei pressi di Fidenza. Alcuni scavi archeologici effettuati nei dintorni della città sembrano confermare la vicenda, con il ritrovamento dei resti di un sarcofago del terzo secolo nei pressi del luogo del martirio. Pochi anni dopo la morte, il corpo di San Donnino venne inumato all'interno della cattedrale cittadina. Le spoglie di San Donnino sono conservate nella cattedrale di Fidenza, in una bara d'argento collocata nella cripta, al di sotto dell'altare maggiore.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Fidenza in provincia di Parma sulla via Claudia, san Donnino, martire.
nome San Giovanni Enrico Newman- titolo Cardinale di Santa Romana Chiesa- nascita 21 febbraio 1801, Londra- Ordinato presbitero 30 maggio 1847 dal cardinale Giacomo Filippo Fransoni- Creato cardinale 12 maggio 1879 da papa Leone XIII- morte 11 agosto 1890, Birmingham- ricorrenza 9 ottobre- Incarichi ricoperti Cardinale diacono di San Giorgio in Velabro (1879-1890), Cardinale protodiacono (1890)- Beatificazione Birmingham, 19 settembre 2010 da papa Benedetto XVI- Canonizzazione Piazza San Pietro, 13 ottobre 2019 da papa Francesco- Santuario principale Oratorio di Edgbaston- Patrono di Ordinariato personale di Nostra Signora di Walsingham- John Henry Newman, santo e custode dei nascenti, è stato proclamato tale il 13 ottobre del 2019 durante l'Angelus tenutosi in Piazza San Pietro. Questo ha segnato il traguardo conclusivo della vita di John Henry Newman, sempre attento alle “cose di lassù”. Nacque in Inghilterra, a Londra, da una famiglia di fede anglicana il 21 febbraio del 1801. Già molto giovane intraprese i suoi studi presso l'Università di Oxford, all'età di soli sedici anni, e ben presto fu ordinato prete anglicano. Lentamente, però, si fece strada in lui un'importante domanda e arrivò a chiedersi se la Chiesa anglicana, iniziata da un re, potesse essere la vera Chiesa di Cristo. La risposta a tale quesito la trovò durante un viaggio in Italia in cui si ammalò gravemente ed iniziò a pregare Dio per la sua guarigione. Rientrato dal viaggio in Italia iniziò ad accostarsi ai Padri della Chiesa e riunì attorno a sé un gruppo di persone che si interrogavano su questioni importanti. Prese la sua decisione nel 1843 quando, dopo aver pronunciato la sua ultima predica come padre anglicano, decise di spogliarsi dei paramenti. Si convertì al cattolicesimo nel 1845 nonostante dovette far fronte alla grande ostilità derivante dall'ambiente contemporaneo. La sua conversione avvenne sotto il beato padre Dominic Barbieri. Dopo due soli anni, nel 1847, divenne prete cattolico a Roma e un anno dopo fondò l'Oratorio di San Filippo Neri a Birmingham, in Inghilterra.<br /> Nell'Oratorio da lui fondato fu uno scrittore ed un pastore particolarmente apprezzato ed amato. Fu nominato cardinale nel 1879 da Papa Leone XIII e come suo motto scelse “il cuore parla al cuore”. Rimase nell'Oratorio che aveva fondato fino al giorno della sua morte, l'11 agosto del 1890. Ad oggi, oltre che santo, è considerato anche uno dei personaggi più importanti per lo sviluppo della teologia cattolica. Trascorse gran parte della sua esistenza dedicandosi alla vita intellettuale della Chiesa Cattolica. Sulla sua tomba troviamo una frase importante: “Dalle ombre e dalle figure alla verità”. Questa frase è emblematica per descrivere il personaggio di John Henry Newman per il quale la ricerca della verità è sempre stata una ragione di vita tanto da giungere, dopo una profonda riflessione interiore, a trovare risposta a molti interrogativi e a convertirsi. PRATICA Impariamo ad interrogarci quotidianamente e a cercare le risposte in noi stessi. PREGHIERA O Dio fa che siamo capaci, come John Henry Newman, di fare della ricerca della verità la ragione della nostra vita.
nome San Sabino- titolo Eremita- nascita Spagna- morte Francia- ricorrenza 9 ottobre- Patrono di Saint-Savin- Questo santo è venerato come l'apostolo del Lavedan sul versante francese dei Pirenei, zona che comprende la cittadina di Lourdes; quasi nulla di sicuro si conosce a suo riguardo e anche le date della sua vita sono discusse. Una Vita leggendaria afferma che, nato a Barcellona, sia stato in seguito istruito a Poiticrs da uno zio. Trascorse quindi alcuni anni nei pressi di Tarbes come eremita, vivendo dapprima in una cella, poi in un pozzo scavato nel terreno e a chi gli faceva osservare che l'austerità praticata era troppo rigida, replicava che tutti devono fare penitenza per i propri peccati nel modo che ritengono píù appropriato. Si dedicò alla predicazione nelle zone limitrofe, accompagnando l'annuncio con numerosi prodigi; avendo previsto la propria dipartita, sul letto di morte fu circondato da preti, monaci e dalla popolazione del luogo. Per permetterne il culto, il corpo del santo fu collocato in un reliquiario posto nella chiesa monastica (successivamente intitolata a S. Savino stesso) e il villaggio divenne noto col nome di Saint-Savin de Tarbes. S. Savino è venerato in numerose diocesi della Francia meridionale. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel territorio di Bigorre alle falde dei Pirenei in Francia, san Sabino, eremita, che diede lustro alla vita monastica nella regione dell’Aquitania.
nome San Donnino di Città di Castello- titolo Eremita- morte 610 circa, Città di Castello, Perugia- ricorrenza 9 ottobre- Domnino collaborò con il vescovo San Florencio e il sacerdote San Amancio alla ricostruzione di Città de Castello (allora Castrum Felicitatis) dopo le distruzioni subite durante la guerra greco-gotica. Dopo la morte dei santi Florencio e Amancio, Domnino abbandonò la vita pubblica e si ritirò a vivere in eremitica solitudine nel comune di Rubbiano. Successivamente si trasferì in un eremo, più vicino a Città de Castello, oggi Villa San Donino. Qui morì il nostro eremita. Durante i suoi anni di vita eremita, entrò in contatto con la gente delle campagne che circondavano l'eremo, e fu per loro un punto di riferimento spirituale e un intercessore davanti a Dio. Sebbene sia sempre stato un laico, è raffigurato con ornamenti sacerdotali e accanto a lui appare il calice e un cane. MARTIROLOGIO ROMANO. A Città di Castello in Umbria, san Donnino, eremita.
nome San Luigi Bertran- titolo Domenicano- nascita 1526, Valencia, Spagna- morte 1581, Valencia, Spagna- ricorrenza 9 ottobre- Beatificazione 19 luglio 1608 da papa Paolo V- Canonizzazione 12 aprile 1671 da papa Clemente X- Attributi saio domenicano, benedicente una coppa dalla quale esce un serpente- Patrono di Colombia- Luigi Bertràn, nato a Valencia in Spagna nel 1526, da giovane si recò in pellegrinaggio a San Giacomo di Cornpostella sulla tomba di S. Giacomo (25 lug.), per chiedere in quale ordine religioso sarebbe dovuto entrare. Da questa esperienza non ricevette la luce desiderata, tuttavia all'età di diciotto anni prese l'abito (lei domenicani e fu ordinato sacerdote nel 1547. A soli ventitré anni divenne maestro dei novizi, incarico che rivestì a più riprese per trent'anni. Non essendo uno studioso particolarmente dotato, riusciva a ottenere risultati soddisfacenti unicamente attraverso l'applicazione e il duro lavoro, e lo stesso accadeva per la predicazione.<br /> Estremamente severo con se stesso e con coloro che gli erano affidati, pare che fosse del tutto privo di spirito umoristico e concentrato come spiritualità sul timore di Dio. Tuttavia, questo animo sobrio e determinato gli guadagnò fama di santità per il duro lavoro compiuto tra gli ammalati durante un'epidemia di peste diffusasi a Valencia nel 1557, e persino S. Teresa d'Avila (15 ott.) gli chiese consiglio sulla nascente riforma dell'Ordine carmelitano. Egli la incoraggiò a intraprendere quella strada, preannunciandole che nel giro di cinquant'anni il suo ordine sarebbe diventato uno dei più illustri della Chiesa. Nel 1562 intraprese un nuovo tipo di apostolato, concentrando la propria attenzione sulle esigenze missionarie delle popolazioni dell'America Latina di lingua spagnola. Cominciò a operare nell'attuale Colombia e fu fortemente sostenuto da molti doni carismatici che gli permettevano di parlare in lingue, fare profezie e compiere miracoli. Convertì molte migliaia di persone, compresi tutti gli abitanti di Tubara e Cipacua (e riempì tutti i registri di battesimo a sua disposizione). Lavorò poi per un certo periodo nel Leeward, in Virginia, e nelle isole Windward, facendo alla fine ritorno in Spagna, dopo un servizio durato sei anni. Queste conversioni su larga scala furono «frutto dello zelo apostolico più che della prudenza» del santo, e causarono spesso non poche difficoltà ai suoi successori. Tornato in Spagna, Luigi cercò di spingere il governo a prendere provvedimenti contro le crudeltà e l'avidità dei conquistatori spagnoli in America, contro cioè quelle violenze di cui era stato troppo spesso testimone e che non era stato in grado di impedire da missionario. Trascorse il resto della vita preparando predicatori da mandare in missione e sottolineando sempre che l'unica valida garanzia per una predicazione efficace era l'umile e fervente preghiera, «dal momento che le parole senza le opere non riusciranno mai a cambiare il cuore della gente». Morì a Valencia dopo una lunga malattia il 9 ottobre 1581. Canonizzato nel 1671, è il primo patrono della Colombia. La sua tomba in Spagna è stata distrutta durante la guerra civile nel 1936. Si conserva in Siviglia un suo singolare ritratto, opera del pittore spagnolo Zurbaràn (1598-1664), in cui il santo tiene in mano una tazza d'oro da cui emerge un serpente, in riferimento al tentato avvelenamento subìto dal santo in una delle isole dei Caraibi. MARTIROLOGIO ROMANO. A Valencia in Spagna, san Luigi Bertrán, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori, che insegnò il Vangelo di Cristo a varie popolazioni indigene dell’America Meridionale e le difese dagli oppressori.
nome Santa Publia di Antiochia- titolo Vedova- nascita 300 circa, Antiochia, Siria- morte 370 circa, Antiochia, Siria- ricorrenza 9 ottobre- Lo storioco e teologo Teodoreto di Ciro, originario di Antiochia e che scrive nella prima metà del v secolo, afferma che Publia, dondella sua stessa città, una volta rimasta vedova, si decise per una vita consacrata: secondo alcuni raccolse nella propria casa altre pie donne desiderose di vivere una vita comunitaria di preghiera e di carità, secondo altri entrò in un convento femminile già esistente, di cui divenne superiora. Nell'anno 362 l'imperatore Giuliano l'Apostata, già famoso per il disprezzo del cristianesimo, religione ufficiale dell'impero, e per gli sforzi compiuti nel tentativo di restaurare in ogni modo gli antichi culti pagani, giunse ad Antiochia per organizzare la campagna militare contro i persiani.<br /> Passando vicino alla casa di Publia, mentre la santa e le sue compagne stavano cantando i salmi, udì le parole «Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani dell'uomo: hanno bocca e non padano, hanno occhi e non vedono [...] Sia come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida» (Sal 115) (pare che Publia avesse deliberatamente scelto quel salmo per l'occorrenza) e quindi, prendendolo come un affronto personale, intimò alle donne di tacere e non cantare più. Ottenuto in risposta il versetto del salmo 68: «Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano», l'imperatore si infuriò e fece maltrattare Publia dalle sue guardie, rinviando al suo ritorno dalla Persia l'occasione di giustiziarla insieme alle sue compagne. Giuliano però morì proprio durante quella campagna e le donne, lasciate in pace, poterono continuare la loro vita in comune. Publia morì intorno all'anno 370. Il Martirologio Romano era solito appellarla badessa. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Antiochia in Siria, commemorazione di santa Publia, che, rimasta vedova, entrò in monastero e, al passaggio dell’imperatore Giuliano l’Apostata, cantando insieme alle sue vergini i versetti del salmo «Gli idoli delle genti sono argento e oro» e «Diventi come loro chi li fabbrica», fu per ordine dell’imperatore stesso schiaffeggiata e pesantemente umiliata.
nome San Guntero- titolo Eremita- nascita 955 circa, Schwarzburg, Germania- morte 9 ottobre 1045, Boemia, Repubblica Ceca- ricorrenza 9 ottobre- Cugino di S. Stefano di Ungheria (16 ago.) e imparentato anche con il S. Enrico Imperatore (13 lug.), Guntero fino a cinquant'anni condusse una vita tutt'altro che santa: era mondano, ambizioso e senza scrupoli. In seguito, influenzato da S. Gotardo di Hildesheim (4 mag.), che si stava occupando della riforma dell'antica abbazia tedesca di Hersfeld, decise di farsi monaco. Donò la maggior parte dei suoi beni a Hersfeld, utilizzando il rimanente per costruire in Turingia (Germania) un'abbazia, che, nonostante il parere contrario di Gotardo, volle tenere come proprietà personale. Di ritorno da un pellegrinaggio a Roma, si fece monaco, ma, non avendo ancora sconfitto in se stesso la brama del potere, cercò di ottenere la nomina ad abate del proprio monastero. Fu proprio questo fallimento, tuttavia, che lo convinse alla fine a rinunciare alla propria posizione per tornare a essere un semplice monaco. Questa seconda conversione fu sincera e duratura, e lo portò a maturare la scelta della vita eremitica; la sua fama di santità cominciò ad attirare molti discepoli e insieme a essi si diresse in Baviera dove edificò degli eremi e una chiesa, che in seguito diventò un regolare monastero. Guntcro percorreva tutta la regione per chiedere elemosine per i poveri e si dice che, nonostante la mancanza di istruzione (probabilmente non sapeva né leggere né scrivere.), fosse un efficace predicatore. Sostenne il cugino S. Stefano negli sforzi di diffondere il cristianesimo in tutto il regno; espiava gli eccessi della vita precedente attraverso dure mortificazioni e impose una rigida disciplina anche ai suoi monaci. Morì in Boemia nel 1045 e fu sepolto a Brevnov, vicino a Praga. La fama di santità che si guadagnò negli ultimi trentacinque anni di vita e i miracoli che si registrarono sulla sua tomba favorirono la nascita di un culto popolare; la sua ricorrenza liturgica è celebrata in alcune zone della Germania meridionale. MARTIROLOGIO ROMANO. A B evnov in Boemia, deposizione di san Guntero, eremita, che, rigettati i piaceri mondani, si ritirò dapprima nel rifugio della vita monastica e in seguito anche nel profondo isolamento delle foreste tra la Baviera e la Boemia, dove visse e morì tanto unito a Dio quanto lontano dagli uomini.