@Ciaoscrivocose
Davanti il vuoto, intorno il silenzio.
Spero che spendiate qualche breve minuto nella lettura della mia riflessione che ho deciso di condividere con voi❤️
Ho iniziato la lettura di questo libro e l'ho conclusa oggi. Non voglio vantarmi della rapidità che ho avuto, non con voi. Qui, almeno, non sento la necessità di dimostrare che valgo qualcosa per essere amata e apprezzata.
Con l'informazione iniziale volevo fare capire che questo libro, dentro di me, ha smosso qualcosa.
Il romanzo parla di Olga, una nonna che capendo di avere i giorni contati decide di scrivere a sua nipote Marta (donna con la quale, una volta entrata nel periodo dell'adolescenza, ha avuto un rapporto complicato) delle lettere.
Qui le racconta con il cuore in mano tutti gli errori che ha commesso prima, e come si sia sentita di fronte a determinate situazioni, come durante le incomprensioni con la figlia Ilaria e con la nipote Marta.
Parla anche di cosa le abbia portato, o meglio, cosa le abbia levato decidere di non seguire il suo cuore.
Non voglio parlarvi delle scelte sbagliate.
Non voglio parlarvi dell'amore.
Voglio parlarvi di come il racconto di una madre, di una nonna, ma prima di tutto di una donna che vive la vita per la prima volta e che commette errori, abbia alimentato e aumentato i miei sensi di colpa per la figlia e per la nipote che sono.
La realtà è che io nei confronti dei miei genitori porto rancore.
Sono più le volte che ci parliamo per litigare che quelle per parlare affettuosamente.
Il problema però è che ho sempre visto e supportato il MIO punto di vista, non il loro.
E Olga, in qualche modo, mi ha fatto vedere il punto di vista di genitori imperfetti. Perché anche loro, come me, stanno vivendo la vita per la prima volta, ed essendo umani sbagliano.
Forse, più che condannarli dovrei sforzarmi a comprenderli di più.
Per non parlare di mia nonna.
Mi convinco sempre di più che sia meglio vivere nel passato, che nel presente o nel futuro.
Perché almeno nel passato, nei ricordi, non devo vedere gli occhi tristi di una donna anziana triste.
Non è depressa, non ha una malattia mortale, è anziana.
E come quasi tutti gli anziani, sono convinta che la lei di anche solamente 10 o, se vogliamo enfatizzare, di 5 anni fa le manchi.
E questo mi fa tremendamente incazzare. Sono incazzata con lei, perché lei stessa sta decidendo di non vivere a pieno questi suoi anni. So che sembra triste, ma mi sono promessa di fare di tutto per non arrivare a 80 anni come ci è arrivata lei.
È una grande donna, ma sta rinunciando a se stessa. E come tutti gli anziani che rinunciano a se stessi, sta diventando arrogante e a piccolissimi tratti insopportabile.
Ma continuo ad amarla infinitamente, perché lei nei miei ricordi continua ad essere la nonna gentile e affettuosa che era.
Questo libro generosamente mi ha offerto la possibilità di riuscire a vederla con meno rabbia.
Spero che abbiate speso 5 minuti a leggere le mie parole, ci tengo.
Voi avete mai letto questo libro? Ne vale la pena. Mi ha colpita positivamente.